Assoluti, Howe sconfitto, brilla la Rosa



La notizia è che Andrew Howe ancora non è pronto per i palcoscenici più importanti. Il vice campione del mondo del lungo è stato sconfitto oggi pomeriggio a Genova nel corso dei Campionati Italiani assoluti, per la prima volta da un altro azzurro dopo quasi quattro anni (l’ultimo italiano a batterlo era stato Nicola Trentin, nel giugno 2004). Ad imporsi è stato Ferdinando Iucolano, compagno di club di Howe nell’Aeronautica Militare, su livelli però lontani dall’eccellenza: 7,83 per il vincitore, 7,71 per lo sconfitto (terzo posto per Fabrizio Donato, 7,63). Brutta giornata per Howe, come testimoniato da una serie che non fa onore al suo nome (7,38; 7,53; 7,59; 7,58; 7,68; 7,71). Rincorsa priva di spunti apprezzabili, stacco senza la giusta componente verticale: risultato, una serie di “sette” e spiccioli che non possono entusiasmare. “Prima o poi doveva accadere – le parole di Howe – e sono contento che a battermi sia stato un amico. Cosa non è andato? Tutto. Non c’era velocità nella rincorsa, non staccavo, e via così. Del resto, non ho preparato le indoor, e si vede: ho fatto poca velocità, poca forza specifica. Non sono preoccupato per l’estate, perché ho lavorato duramente, ma certo in queste condizioni non posso pensare di presentarmi ai Mondiali indoor. No, niente Valencia. E devo essere sincereo, anche se avessi azzeccato uno dei sei salti non sarei andato lo stesso. Così non serve”. Tutto ciò, in chiusura di giornata. In precedenza, il pomeriggio degli Assoluti era stato animato soprattutto dalla sfida tra Chiara Rosa e Assunta Legnante nel getto del peso (vinta dalla prima con un notevole 18,63, quinta prestazione mondiale 2008), dalla progressione nei 5 chilometri di marcia di Ivano Brugnetti (18:33.06) e dalla bella cavalcata nei 400 metri di Claudio Licciardello, approdato ad un risultato fotocopia (46.57) rispetto al primato promesse stabilito la scorsa settimana a Mosca. Più lento di un decimo di secondo al passaggio a metà gara rispetto a sette giorni fa (21.96 contro il 21.87 della Coppa Europa), il catanese delle Fiamme Gialle ha chiuso nello stesso identico tempo, a riprova, se non altro, della avvenuta crescita su certi livelli. Dietro, applausi per il 19enne vicentino Matteo Galvan, capace di un notevolissimo 47.10: su di lui si può davvero contare, fin da subito (parlando di outdoor), in chiave 4x400 azzurra. “Non so se andrò ai Mondiali di Valencia – il commento di Licciardello – ne parlerò con il mio allenatore Filippo Di Mulo, e valuteremo pro e contro di una partecipazione. In ogni caso, in una gara secca, penso di valere intorno ai 46.10, 46.20. Oggi, è chiaro, l’aver corso due volte non mi ha favorito”. Bellissima la gara di peso femminile. A spuntarla, a sorpresa (visto il ruolino stagionale, non certo il palmarès), la padovana Chiara Rosa (Fiamme Azzurre), che ha battuto all’ultimo lancio a disposizione la campionessa europea indoor Assunta Legnante. Notevoli le misure di entrambe: 18,63 per la Rosa (serie: 16,60; 18,35; 18,09; N; 17,96; 18,63), la cifra della quinta prestazione mondiale 2008; venti centimetri in meno per la Legnante, 18,43 (serie: 18,05; N; 17,99; 18,41; 18,43; N). La marcia donne ha scaldato il Pala Fiera, impegnato a seguire il ritmo vertiginoso imposto da Elisa Rigaudo. La piemontese delle Fiamme Gialle ha completato la fatica sui 3 chilometri in un ottimo 12:10.23, doppiando tutte le altre tranne Rossella Giordano (Fiamme Azzurre), seconda in 12:49.68. Finali dei 1500 senza storia: al maschile titolo tricolore a Christian Obrist (Carabinieri, 3:42.39), che vede così premiato il piccolo tour de force dopo il record italiano dei 1000 di giovedì a Stoccolma; tra le donne, vittoria per Agnes Tschurtschenthaler (Forestale, 4:20.15), poco abituata a correre questa distanza ma bravissima a districarsi nella decisiva fase centrale. Il lungo donne ha visto il successo (peraltro previsto) di Valeria Canella (Fiamme Azzurre), capace di un discreto 6,44: per lei la pratica Mondiali è definitivamente chiusa (il minimo er a a 6,65), ma resta in ogni caso una stagione indoor mediamente condotta su buoni livelli. Alle sue spalle si migliora l’eptathleta Francesca Doveri, fino a un significativo 6,19. Bene nei 400 donne la marchigiana Daniela Reina (Fiame Azzurre), scesa a 53.75 nell’occasione più importante della stagione. Micol Cattaneo (Carabinieri) non ha avuto problemi nella finale dei 60 ostacoli, vinta in un 8.14 che conferma la crescita su tempi di discreto valore internazionale. Nella prova al maschile, titolo al ligure Emanuele Abate (Fiamme Oro) in 7.89, crono che va apprezzato anche alla luce delle non ottimali condizioni di salute con le quali il neocampione italiano ha affrontato la gara. Asta a Matteo Rubbiani (Aeronautica) con 5,30, mentre ha chiuso il lungo pomeriggio genovese la marcia solitaria del campione olimpico di Atene, Ivano Brugnetti (Fiamme Gialle), che ha dominato i 5 chilometri con un eccellente 18:33.06. “Per Pechino c’è ancora tempo – le parole di Brugnetti – adesso andrò in Namibia, per un periodo di preparazione in quota. Poi cominceremo il lungo avvicinamenti ai Giochi, passando per la Coppa del Mondo di Cheboksary”. Nella classifica per società maschile, in testa le Fiamme Gialle (54 punti), davanti a Fiamme Oro Padova (52,5) e Aeronautica (51, come i Carabinieri); quinta la Cento Torri Pavia (20). Tra le donne, guida l'Esercito (68 punti), davanti a Forestale e Fiamme azzurre. L'Italgest Milano, quarta, è il primo dei club civili. m.s.N>ella foto in altro, Andrew Howe; in basso, Chiara Rosa (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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