Ancona, storie di un campionato

22 Febbraio 2014

Dal Molin, Donato e Giorgi: alti e bassi della prima giornata agli Assoluti indoor di Ancona. Tra delusioni, sorprese, gioie ed amarezze

C’erano la moglie Patrizia e la figlia Greta, con lui, a Torino, nel marzo 2009, in un giorno trionfale. Uno dei tanti. C’erano anche oggi, ad Ancona, quando Fabrizio Donato, dopo tre salti, vittima del dolore ad un tallone, ha scelto di sedersi  in tribuna, accanto a loro, per vedere il resto della gara. Archiviando in un sol colpo sia la speranza di centrare il titolo italiano, l’ennesimo della lunghissima carriera, sia quella di vestire l’azzurro per i Mondiali indoor di Sopot. La nota amara della prima giornata degli Assoluti indoor sta nel gesto del campione che si arrende. Cosciente di non avere altre energie da spendere. E fa da contraltare alla forza dirompente di un altro azzurro, che ha voglia, fretta, di riprendersi il tempo perduto. Al punto da sembrare sul punto di spaccare, letteralmente, ogni ostacolo sul percorso. Paolo Dal Molin ha dato prova di essersi pienamente ritrovato, grazie ad un 7.60 che è risultato di grande significato, al di là del fatto che collochi il nostro dalle parti della top ten mondiale 2014 (dodicesimo posto, due meglio rispetto al 7.62 del primo febbraio a Karlsruhe). Dopo l’estate passata ai box, si vede da lontano che Dal Molin brucia. Di un carburante che, unito al talento, normalmente produce risultati esaltanti. Come accaduto dodici mesi fa, a Goteborg, quando l’azzurro salì sul podio europeo, fissando il record italiano ad uno stratosferico 7.51. Dove può spingersi, questo ragazzo? Difficile a dirsi. I mezzi sono straordinari, la potenza quella di un dragster, che brucia l'asfalto in accelerazione. Imbrigliare queste doti è la sfida. Che potrebbe aprire scenari inimmaginabili.

E la voglia di prendersi  tutto, oggi, l’ha messa in pista anche Giulia Pennella, la rivelazione della giornata: l’8.04 che le ha regalato il titolo italiano assoluto dei 60hs, ben nove centesimi di miglioramento in un colpo solo, è frutto della determinazione, di quel desiderio che talvolta ribalta il pronostico. Marzia Caravelli, molto brava in batteria (8.07), si è trovata ad inseguire la rivale fin dal via, ma non come probabilmente si aspettava, lei che non brilla particolarmente in avvio: molto, molto di più.

E il trovarsi davanti, così tanto davanti, ha dato ulteriore rapidità alla toscana, l’adrenalina della lepre che fugge, fino al titolo italiano assoluto, il secondo in carriera (dopo il successo di tre anni fa sulla stessa distanza indoor). Gioia mista a stupore. Un po’ come è accaduto a Eleonora Giorgi, che si è ritrovata, senza aver preparato quasi nulla di questa gara (quale marciatore può dire di prepararsi per i 3000 metri?) si è trovata tra le mani il primato italiano della distanza, 11:50.08, subentrando ad un monumento della specialità, Ileana Salvador, che il suo 11:53.23 lo aveva centrato quasi 22 anni fa, a Genova. Non c’erano riuscite, per dire, né Annarita Sidoti, né Elisa Rigaudo, né Elisabetta Perrone, né Erica Alfridi. Donne che hanno raccolto ben più di qualcosa, nelle loro carriere. E la stessa Giorgi, prima dell’exploit, non era mai entrata nella top ten di sempre; una new entry direttamente al numero uno, avrebbero detto i presentatori delle classifiche di dischi, una volta. Oggi, la bocconiana ha strappato l’ennesimo titolo in coppia con il fidanzato Matteo Giupponi, vincitore nei 5km: un duo che sta scalando a ritmo vertiginoso la vetta della specialità. E che potrebbe vivere un’estate speciale.

Due-parole-due su Chiara Rosa. Fari spenti, da qualche tempo a questa parte. Lavoro, sostanza, come sempre, però. E la bordata che restituisce il sorriso, un 18,23 che vale la decima posizione mondiale 2014, arriva proprio ad Ancona, agli Assoluti indoor. Sessantasei centimetri di miglioramento rispetto all'esordio del 2 febbraio scorso, a Padova.

Dai quattrocentisti e dalle quattrocentiste segnali interessanti, in attesa delle finali di domani. Tra le ragazze il miglior crono (54.22) l’ha ottenuto la dottoressa Maria Elena Bonfanti, fresca di abilitazione professionale (un giorno sarà medico di base, come sogna), che ha sfruttato la vicinanza in batteria di Maria Enrica Spacca (54.28) per ritagliarsi un primo turno da protagonista.

In campo maschile, Lorenzo Valentini ha impressionato per la facilità con cui ha disegnato il doppio giro (47.06), senza spremersi particolarmente nel primo, e senza stringere troppo i denti nel secondo. Da decifrare Matteo Galvan, palesemente in folle, sornione, in più di un passaggio di gara (47.85), e pronto a far valere, in finale, la maggior esperienza e caratura internazionale. Come sempre avviene, domani conterà molto, anzi, moltissimo, il piglio con cui si correrà il secondo rettilineo, alla ricerca della corda. Ma il confronto tra i due (nel quale potrebbe certamente inserirsi il talentuoso Michele Tricca, 47.79 stamane) vive anche del percorso inverso da-per Rieti che ha segnato i rispettivi inverni: Valentini, dalla città laziale, dove è nato, si è trasferito a Torino, per essere seguito da Alessandro Nocera; Galvan, chiusa l’esperienza americana, ha scelto proprio Rieti – e l’ex coach del rivale, Maria Chiara Milardi - come base per la sua nuova carriera italiana. In compagnia, tra l’altro, di Maria Benedicta Chigbolu, che, come noto, da qualche tempo è al suo fianco non solo sulle piste. Vicende intrecciate, che danno ulteriore colore ad un match che può – è più di un augurio – restituire slancio al quattrocentismo azzurro.

Marco Sicari

TV - Diretta su RaiSport 2 sabato 22 (ore 14:00-17:50) e domenica 23 febbraio (ore 15:00-18:00), visibile anche in streaming al seguente LINK

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Chiara Rosa (foto Colombo/FIDAL)


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