Ai Tricolori due fratelli con sogni iridati



Dire che la gara del salto in alto è tra le più attese dei prossimi Campionati Italiani, nella versione indoor di Ancona, assomiglia a un ritornello già troppe volte sentito. Sono anni ormai che i nostri rappresentanti si mettono in luce alla vigilia degli appuntamenti tricolori, tanto che questi diventano quasi Trials di selezione per i grandi eventi. Il 2006 non sfugge alla regola, con i fratelli Ciotti che si sono impossessati dell’attenzione degli appassionati con ripetuti acuti, fino ad arrivare entrambi a 2,31, loro primato personale. L’aspetto che più colpisce è la costanza di rendimento dei due ragazzi, protagonisti per più gare in giro per l’Europa. Si sarebbe quasi portati a dire che i 2,30 sono muro valicato con facilità: “Questa parola è pericolosa da usare per un altista – ammonisce Nicola – ma il fatto di essere costante fra 2,28 e 2,31 è importante. La speranza è che ciò si riproponga, quando si sa che il problema più grosso è mantenere la concentrazione e la giusta adrenalina quando si gareggia ad alto livello per tutta la stagione. Io ho fatto la prima gara il 21 gennaio e in tre settimane sono sceso in pedana 5 volte. Le energie sono calate, ma avevamo previsto di fermarci prima di Ancona come abbiamo fatto e come rifaremo dopo i Tricolori fino ai Mondiali di Mosca”. Nicola è sempre stato convinto che essere costanti su misure alte paghi di più che l’exploit fine a se stesso: “Nel 2002 feci già 2,30, ma fu una combinazione di eventi positivi. Trovare la costanza di rendimento è più difficile, io ci ho messo qualche anno per trovare la strada giusta, già lo scorso anno ho fatto più gare sopra i 2,27. Quest’anno mi ha aiutato essere riuscito a lavorare con continuità da dicembre, senza problemini fisici o tecnici, costruendo una condizione fisica ideale”. Se il 2,31 di Nicola Ciotti poteva quasi essere considerato atteso, l’avere al suo fianco suo fratello Giulio per molti è stata una sorpresa: “Vorrei ricordare però che fra il 2000 e il 2002 ero il primo in Italia, poi una serie di fattori hanno un po’ bloccato la mia rincorsa ai 2,30, che era quasi diventato un muro psicologico. Sono andato oltre, direttamente a 2,31, cancellando sei anni d’inseguimento, si sa che una misura che cerchi arriva quando meno te l’aspetti. Mi ha aiutato avere fatto alla prima uscita il minimo per i Mondiali, poi ho gareggiato più rilassato”. Come detto, si profila una difficile scelta fra i due Ciotti e Bettinelli, che lo scorso anno agli Europei aveva fatto sognare e che incrocerà la loro strada ad Ancona: “Che qualcuno rimanga a casa e ne soffra è nell’ordine delle cose, a me è capitato negli ultimi tre anni - ricorda Giulio – in Paesi come Usa e Russia accade ogni volta che c’è un evento importante ad atleti che potrebbero tranquillamente prendere una medaglia. E’ il segno che dobbiamo guardare al mondo e non ai nostri ristretti confini, le stagioni sono lunghe e un atleta deve trovare continuamente motivazioni per non farsi abbattere dalle mancate convocazioni, dobbiamo allargare i nostri orizzonti e convincerci che chi andrà a Mosca deve farlo per lottare per il podio”. A queste considerazioni fa eco suo fratello Nicola, guardando le classifiche internazionali: “Dicono che c’è una stasi ma io non sono d’accordo, è più evidente fra le donne, dove salvo l’acuto da record della Bergqvist sono tutte ferme. Manca il 2,40 ma Rybakov e Usov sono a 2,37 e sopra i 2,30 siamo almeno una decina. Il clou arriva adesso, noi dobbiamo essere pronti”. Gabriele Gentili Nella foto: Nicola Ciotti in azione in occasione della vittoriosa edizione 2005 dei Tricolori Indoor (foto Petrucci/FIDAL)


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