Abate: "Serviva il record italiano"

01 Luglio 2012

Il primatista italiano dei 110hs, Emanuele Abate ripercorre così la sua finale agli Europei di Helsinki: "Per una medaglia serviva il record italiano e non era neanche impossibile. Oggi, però, ho probabilmente pagato i tre turni e un po' di tensione, non riuscendo ad essere efficace come al solito. In semifinale, tra l'altro, avevo avuto una piccola questione sui blocchi con un giudice e mi sono un po' innervosito. Visti, però, il 13.09 di Shubenkov e il 13.15 di Darien, mi sono subito reso conto che le prime due medaglie erano già prenotate. Farò tesoro dell'esperienza di questo Europeo per l'Olimpiade. Anche se qui ho speso molto, soprattutto a livello di energie nervose, prima di Londra penso di gareggiare almeno un altro paio di volte". Prima di lui Paolo Dal Molin [VIDEO] aveva chiuso al sesto posto la sua semifinale: "Ero arrivato benissimo al primo ostacolo, ma trovandomi davanti ho commesso l'errore di voler strafare e con la tecnica che ho io attualmente questo non paga. Sarei dovuto essere più tranquillo, e aspettare ancora qualche barriera prima di provare ad andarmene così forte. Non sono soddisfatto, sento di valere un crono migliore. Ci riproverò agli Assoluti, ho un sassolino ancora da togliermi".   

 

"In finale sono arrivato abbastanza scarico dalla qualificazione di ieri - le parole del giovane astista Claudio Stecchi - ho fatto sei salti e sono arrivato un po' scarico. Peccato perchè 5,50 è una misura che ho e ieri l'ho fatta benissimo. Al coperto quest'anno ho saltato 5,60, ma il mio obiettivo sono i 5,72 del minimo olimpico. La condizione c'è ed io ci voglio provare fino all'ultimo. La prossima settimana, infatti, gareggerò prima a Liegi in Belgio e poi agli Assoluti. Oggi qui ho assistito ad una gran gara con Lavillenie a sfiorare i 6 metri. Per me è tutta esperienza".    

"Il mio Europeo è stato lungo 15000 metri in quattro giorni - le parole di Elena Romagnolo, al traguardo dei 10000 - Sinceramente mi aspettavo forse un tempo inferiore sui 10000, ma sono in crescita e manca un mese a Londra. Fino al sesto chilometro ci ho provato poi e le gambe bruciavano, ho tenuto nel secondo gruppetto con le portoghesi e poi ho pensato solo a chiudere. Gareggerò ancora prima dell'Olimpiade". Nadia Ejjafini [VIDEO] commenta, invece, così, il suo ritiro: "Purtroppo mi sono spenta all'improvviso. In questi due giorni mi sono scaricata un po' per qualche problema intestinale e perchè ho messo molte energie nei 5000 dove ci tenevo molto a fare il minimo olimpico. Sono partita davanti, nelle condizioni migliori poteva essere una gara alla mia portata. Peccato".

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