A PROPOSITO DI MEZZOFONDO



Caro Alessandro
Desidero innanzitutto ringraziarti per avermi ricordato sul sito FIDAL Sardegna, da quando ho smesso di gareggiare (1985), il mio nome era più facile trovarlo nelle ricostruzioni fatte dal Comitato laziale o dalla Fidal nazionale. Ritengo però doverose alcune precisazioni. La storia, e quella dell'atletica sarda non può fare eccezione, per essere tale deve rispecchiare quel che realmente è successo, ricostruzioni approssimative sono da evitare, soprattutto se a pubblicarle è un sito istituzionale e se le persone coinvolte sono ancora in vita. Non vi è alcuna vena polemica nelle mie affermazioni, lo sottolineo, è solo l'amore per l'atletica che mi spinge ad intervenire perché è giusto ricordare i fatti con doverosa attendibilità, nel rispetto dei protagonisti. Mi riferisco, ovviamente ma non solo, a quel che mi riguarda. Prima precisazione: il periodo agonistico nel quale ho fatto i miei migliori risultati non è l'inizio, bensì la prima metà e la fine degli anni 70, i miei record personali (2'09 negli 800, 4'24” nei 1500 e 9'32” nei 3000) risalgono ai primi anni 80. Le piste sulle quali ho gareggiato erano di tipo moderno, i chiodi quelli attuali, gli sprinter non scavavano buche sul terreno ma usavano i blocchi di partenza, Ondina Valla e Claudia Testoni erano già nonne, la figlia della Testoni, Lella Pedrazzini era infatti la mia insegnante di educazione fisica. Ho iniziato a fare atletica nel 1970, ero allieva e dopo pochi mesi di attività ho vinto il titolo italiano di corsa campestre e alle prime gare in pista (rubcor) ho stabilito il record italiano di categoria sui 1000 metri (3'04”) che poi mi fu tolto da Gabriella Dorio. In quel periodo Edoardo Sanna, un amico indimenticabile e un esempio per tutti noi giovani mezzofondisti, era un atleta maturo e affermato, il 1944 era, infatti, la sua data di nascita, 10 anni prima di me, a proposito sul sito Fidal Sardegna nel pdf sardiinazzurro la mia data di nascita è errata, sono nata il 15 novembre del 1954 non il 21 aprile del 53. Con me in quegli anni, crescevano diversi atleti come i cagliaritani Roberto Collu, Giuliano Medici, Natalino Meloni, Sergio Pinna, Mauro Lenzu, lo stesso Tonino Congiu. I sassaresi Giovanni Flore (grande talento in parte inespresso), Cenzino Chessa, Giuseppe Simula, Mario Sechi, mentre un altro cagliaritano, Piero Ligas stava riprendendo l'attività dopo aver lasciato per un breve periodo.


Erano questi alcuni dei miei contemporanei, ma il fenomeno più importante di quegli anni è sicuramente rappresentato dal gruppo creato da un grandissimo allenatore (l'oblio che brutta malattia!), Aldo Medea, ex mezzofondista di talento, oltre ad aver plasmato atleti come Ligas, Medici e Franco Deriu è stato mentore di tre ragazze fortissime Marina Loddo, Giuseppina (Jose) Dentoni e Lorena Campus, ma come si fa a non ricordare! Con Marina e Jose ho diviso gran parte della mia carriera, prima da avversarie, quando militavo nel Cus Cagliari e poi da compagne con la maglia dell'UCLA, società con la quale abbiamo stabilito un record italiano (1979 – 4 x 1500). Ancora insieme, nei primi anni 80, abbiamo vinto con la FIAT Sud Formia tutto quel che c'era da vincere in campo nazionale ed in Coppa Europa di Cross. Jose ha solo tre anni in meno di me, Marina quattro, anche se ho appeso le scarpette al chiodo dopo di loro. Seconda precisazione: il minimo per gli italiani assoluti per Marina, Jose e per me, era scontato, quasi una formalità, nel corso della nostra carriera lo abbiamo sempre fatto in tutte e tre le discipline del mezzofondo, il mio miglior piazzamento è stato un quarto posto sui 1500, altrettanto ha fatto Marina Loddo, mentre la Dentoni ha conseguito un 3° posto sui 3000, le nostre avversarie si chiamavano Gabriella Dorio, Agnese Possamai, Margherita Gargano, Silvana Cruciata . . . , se avessimo vinto un titolo saremmo state tra le più forti al mondo. Tra l'altro in quel periodo le donne non correvano 5000 e 10000 che ci avrebbero dato qualche chance di vittoria in più visti i tempi che facevamo in allenamento su quelle distanze. Terza e ultima precisazione: la Sardegna ha avuto degli ottimi interpreti nel mezzofondo ma è doveroso sottolineare che il settore velocità e quello dei salti hanno espresso atleti che hanno saputo primeggiare in campo nazionale e vincere, anche a livello internazionale. Sandro Floris, Gianni Puggioni, Giorgio Marras e Nicola Asuni costituivano un vero poker d'assi, senza dimenticare Rita Angotzi, Daniela Porcelli, Anna Podda, Angelo Locci, Alessandro Pinna, Marco Pessini e poi Valentina Uccheddu, Nicola Trentin e Milko Campus che hanno portato la nostra terra a primeggiare anche nei salti. Non mancavano, in quegli anni, allenatori preparati, creativi e scrupolosi, se l'atletica sarda vuole veramente risorgere, sa dove cercare le risorse per farlo. Ho impiegato qualche giorno a rispondere perché ovviamente non posso ricordare a memoria tutta la storia dell'atletica sarda. Ricostruire dati ed eventi del passato, che hanno un riferimento preciso attestato da referti, tempi e misure oggettive, non è facile, occorre documentarsi al meglio, magari consultando i diretti interessati per avere un conforto. Queste precisazioni mi sembrava doveroso farle. Cordiali Saluti Luisa Marci



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