A Helsinki una velocità ''verde''

20 Giugno 2012

Lo sprint italiano si presenta agli Europei con tanti giovani e rinnovate ambizioni. E tutte e quattro le staffette

di FIDAL

Trentuno atleti (15 uomini e 16 donne) compongono il gruppo velocità-ostacoli in senso alla squadra che prenderà parte agli Europei di Helsinki (27 giugno-1 luglio). Cinque di loro sono Under 23. E’ la quota-giovane, la nota caratteristica del pacchetto sprint per gli Europei di Helsinki. Scorrendo i nomi di coloro che saranno schierati nelle gare individuali (incluse quelle di ostacoli) e nelle staffette, sia al maschile sia al femminile, sono molti, ben cinque, anche gli esordienti nella Nazionale assoluta. Una bella ventata di novità, figlia di una prima parte di stagione molto interessante per il settore. La vecchia guardia (chiamiamola così per gioco) resiste nello sprint puro maschile, ma da più parti avanzano compatte le nuove leve, per quel ricambio generazionale che, almeno a livello numerico, ormai pare essere realtà. Anzi, il gruppo, in teoria, avrebbe potuto ospitare anche un paio di junior (i quattrocentisti Tricca e Lorenzi), se la concomitanza con gli esami di maturità non avesse reso la cosa a dir poco complicata.

Uomini

100 metri
Nella prova sprint, come detto, i senatori tengono botta. Tre gli azzurri al via della gara: Jacques Riparelli (Aeronautica, stagionale di 10.24), Fabio Cerutti (Fiamme Gialle, 10.24) e Simone Collio (Fiamme Gialle, 10.27). Tutti e tre hanno corso più volte intorno ai 10.30, dimostrando una certa solidità intorno a questi tempi. Per arrivare alla finale, però, è molto probabile che sia necessario togliere qualcosa (almeno un decimo al 10.30 di cui sopra), in quadro complessivo di partecipazione comunque non particolarmente competitivo. La star è certamente il francese Christophe Lemaitre, il campione di Barcellona 2010, e tolti il connazionale Vicaut, il norvegese Ndure, l’olandese Martina (atteso soprattutto nei 200), gli altri avversari appaiono più o meno all’altezza degli azzurri. Enigma GBR a parte: i selezionati “veri”, estratti dal gruppone dei 109 indicati per l’Europeo,  si conosceranno solo lunedì, al termine dei Trials in programma questo weekend.

200 metri
L’aria fresca in casa Italia si avverte a partire da questa gara. Due i convocati, entrambi esordienti: Davide Manenti (Aeronautica, 20.76 al meeting di Torino) e Diego Marani (Fiamme Gialle, 20.77 domenica scorsa ai campionati giovanili di Misano Adriatico). I loro tempi in realtà non lasciano spazio ai sogni, ma il fatto stesso che un 22enne ed un 23enne siano riusciti a conquistarsi il diritto di partecipare agli Europei è già motivo di grande soddisfazione per il settore. L’augurio è che entrambi possano crescere ulteriormente proprio a Helsinki, sfruttando, oltre che il buon momento, anche l’entusiasmo per la convocazione. In gara il favorito d’obbligo è il neo olandese Martina, sceso al record nazionale di 19.94 nella tappa Samsung Diamond League di New York. E questo soprattutto perché Christophe Lemaitre, malgrado il suo nome sia riportato nelle entry list, e stando a quanto affermato anche a Roma prima del Compeed Golden Gala, non dovrebbe schierarsi al via della gara.

400 metri
Due italiani nel giro di pista: Marco Vistalli (Fiamme Oro, 45.70 quest’anno) e Lorenzo Valentini (Studentesca Ca.Ri.RI, 46.49). Il primo, parzialmente condizionato da problemi fisici, ha dato in stagione segnali contrastanti, fino all’eccellente 45.70 che gli ha consentito di imporsi nel meeting di Velenje. Il secondo, 21 anni appena, migliorato sensibilmente quest’anno (ha già preso parte ai Mondiali indoor di Istanbul) è sceso fino ai 46.49 del personale, e ha saputo stampare anche un eloquente personale di 21.01 sui 200 metri. Per arrivare alla finale (obiettivo difficile, ma non impossibile per Vistalli, che già la mancò di un soffio a Barcellona) però serve altro. Ovvero, riuscire a correre dalle parti dei 45 secondi. Manca un dominatore in campo continentale, fatto che rende la prova assai più incerta (i fratelli Borlee non sono iscritti – Jonathan lo è nei 200 – così come il britannico Rooney).

110hs
E’ la gara della grande speranza azzurra. Emanuele Abate (Fiamme Oro, record italiano migliorato due volte, fino al 13.28 di Torino) accende i sogni tricolore, probabilmente come nessun ostacolista italiano dei 110 era più riuscito a fare dai tempi di Eddy Ottoz. Il ligure è maturato molto quest’anno. La finale mondiale indoor di Istanbul è stato il segnale più forte, confermato poi dalla raffica di crono intorno ai 13.30 (ben cinque, uno dei quali ventoso) collezionati all’aperto.

La forza di Abate, nuova “punta” del nostro movimento, sta proprio in questa continuità. Terzo crono europeo del 2012, può entrare in finale, e lottare per il podio (con il russo Shubenkov, il francese Darien, e, nel caso in cui ci fossero effettivamente, i britannici Pozzi e Clarke). Con Abate, al via, anche Paolo Dal Molin (Athletic Club 96 Ae, 13.64) un altro azzurro cresciuto notevolmente in inverno, capace di un buon mondiale indoor (semifinale), e poi positivo nelle prime uscite all’aperto nonostante i (cronici) problemi fisici.

400hs
Il tris sulle barriere è completato da Jose Bencosme De Leon (Fiamme Gialle, 50.05), piemontese d’origine dominicana al primo anno senior, protagonista di tanti successi nelle categorie giovanili. E dunque indicato da molti come una delle grandi speranze dell’atletica italiana. La barriera dei 50 secondi, già caduta lo scorso anno (49.94) non ha ancora ceduto alle lusinghe del ragazzone, ma potrebbe venir frantumata proprio a Helsinki, regalando all’azzurro anche la qualificazione olimpica. Gli indicatori d’allenamento sembra ci siano tutti, così come una ritmica finalmente più stabile. Ora sta a lui, trasformare le premesse in fatti concreti. In un panorama europeo ai limiti del depresso (dove il 33enne Iakovakis, riesce a rientrare e piazzarsi al secondo posto delle liste stagionali con 49.04) un sostanzioso miglioramento potrebbe significare approdo alla finale.

4x100m
Europeo significa molto per la staffetta veloce italiana. Due anni fa, a  Barcellona, arrivarono l’argento ed il record italiano, 38.17, migliorato dopo 27 anni d’attesa (dal 38.37 realizzato ai Mondiali di Helsinki 1983). A cavallo di quel risultato, due finali mondiali (Berlino e Daegu), a dare solidità ad un intero triennio. Il percorso 2012 del quartetto veloce è stato però più accidentato del previsto, con il ritiro per cambio incompleto al Compeed Golden Gala a rappresentare il momento più doloroso. Nel gruppo il responsabile di settore Filippo Di Mulo ha aggiunto ai cinque schierati nelle prove individuali (100 e 200 metri) Emanuele Di Gregorio (Aeronautica), reduce peraltro da un problema di natura fisica (out Michael Tumi, primo frazionista lo scorso anno, e non ancora ripresosi al meglio dall'infortunio invernale). Va ritrovata, oltre ad una formazione titolare, anche l’alchimia di gruppo, perché Francia a parte (e forse la Germania, capace di correre in 38.41 quest’anno), non ci saranno alieni in pista. La 4x100 italiana (tranquilla sul fronte della qualificazione olimpica) ha nelle sue corde il podio. Traguardo che non può sfuggire, se ognuno farà la propria parte, come del resto accaduto in tutte le grandi competizioni del passato recente.

4x400m
Il quartetto del miglio, atteso alla rimonta-qualificazione per i Giochi di Londra (l’ingresso tra le prime 16 al mondo) ha steccato la prima occasione, quella del Compeed Golden Gala, anche a causa delle assenze di Vistalli e Licciardello, due degli uomini di maggior peso nell’economia della squadra. L’ultimo treno passa proprio per Helsinki, anche se a questo punto la questione Londra appare assai più complicata (difficile mettere insieme due tempi di livello mondiale tra batteria e finale). In ogni caso, l’Europeo della  4x400 azzurra potrebbe regalare gioie inattese, soprattutto se in pista tutti e quattro i ragazzi riusciranno ad esprimere il proprio potenziale. La selezione potrà contare, oltre che sui due della competizione individuale, anche su Andrea Barberi (Fiamme Gialle), Luca Galletti (Carabinieri), Isalbet Juarez (Fiamme oro), e Claudio Licciardello (Fiamme Gialle).

Donne

100m
La gioventù di Martina Amidei (Cus Torino, 21 anni appena, 11.42 il personale centrato quest’anno) e l’energia di Audrey Alloh (Fiamme Azzurre, 11.43, con altri cinque crono al di sotto dell’11.50). Gli ingredienti del cocktail sprint al femminile, dove un’esordiente assoluta (la Amidei) fa coppia con una velocista ritrovata, reduce da una bella stagione invernale (semifinale ai Mondiali indoor nei 60 metri). L’Europa che conta è ancora lontana (l’ucraina Povh ha corso in 11.08), ma la semifinale, tempi di iscrizione alla mano, non è impossibile.

200m
Attenzione, perché Gloria Hooper sembra avere tutti i segni della numero uno. Vent’anni compiuti in marzo, la ragazza della Forestale (anche lei all’esordio in maglia azzurra) ha ottenuto a Misano un eccellente 23.21, crono che non sembra ancora rappresentare il suo limite.

Questioni tecniche a parte, le manca un vero confronto internazionale, con atlete in grado di fungere da punto di riferimento in corsa. Non va caricata di responsabilità, certo, ma può ottenere un ulteriore miglioramento, e sognare anche l’Olimpiade (il minimo A è ad appena 11 centesimi). Visto il campo delle iscritte, può decisamente puntare alla semifinale.

400m
E’ da questa gara (e forse, dalla staffetta del miglio) che la velocità al femminile spera di ottenere il bottino di maggior prestigio. Va in gara Libania Grenot (Fiamme Gialle), il cui 50.92 di Clermont rappresenta il miglior tempo di iscrizione all’Europeo. Sarà anche per l’assenza di alcune delle russe top (la numero uno tra le confermate nelle final entries è la Zadoryna, 51.39 nel 2012, 50.87 di PB), ma sta di fatto che l’azzurra figura al numero uno, con reali chances di lottare per il podio, peraltro mancato non di molto a Barcellona, quando fu quarta. Con Libania, al via anche Maria Enrica Spacca (Forestale, 52.73), già protagonista di un bell’inverno, e la miglioratissima Chiara Bazzoni (Esercito, 52.80).

100hs
Altra gara con ostacoli, altra big azzurra sui blocchi: le barriere sembrano tornate un punto di forza della nostra atletica, come lo sono state per lunghi decenni nel secolo scorso. Marzia Caravelli (Cus Cagliari, 12.85) ha dato alla specialità l’atteso scossone, migliorando il record italiano dopo diciotto anni d’attesa. Le preview internazionali la danno in lotta per il bronzo, alle spalle della britannica Porter e della tedesca Nitra, ma in lizza con la bielorussa Talay, la russa Samylova, e le francesi Decaux e Diawara. Meglio volare basso, puntando alla finale continentale: centrato quell’obiettivo, la friulana “de Roma” potrà scatenare i tanti cavalli che per anni ha ignorato di possedere sotto il cofano, e magari, con la forza suppletiva dei nervi, strappare il giusto premio per i tanti sacrifici (non solo sportivi) fatti quotidianamente. Il 12.96 del Compeed Golden Gala, al cospetto di molte delle migliori al mondo, è il segnale di come il ghiaccio sia stato rotto. Con la Caravelli, in un trionfo dell’abbondanza, anche Giulia Pennella (Esercito, 13.06) e Micol Cattaneo (Carabinieri, 13.07). Lo consentissero i regolamenti, avremmo anche potuto schierare Veronica Borsi (Fiamme Gialle, 13.05), fuori dai giochi europei anche a causa dell’infortunio patito a fine maggio.

400hs
Ha sfiorato il minimo olimpico A (55.50), correndo in 55.58. Così, adesso, Manuela Gentili (Cus Palermo), con l’ottavo tempo di iscrizione, punta all’accoppiata magica: finale europea, e disco verde olimpico. Sarebbe un trionfo per la piacentina, la cui seconda vita atletica, per dedizione e passione, tanto assomiglia a quella di Marzia Caravelli. E’ la gara del confronto tra la bulgara Stambolova e la russa Davydova, con le ceche Rosolova e Hejnova a rinforzare il tenore tutto “est Europa” del match.

4x100m
In pochi, al termine della scorsa stagione, avrebbero scommesso sulla vitalità azzurra nella staffetta veloce. E invece, l’aver largamente rinnovato il quartetto, inserendo le migliori giovani (tra loro, anche le ragazze citate a proposito delle gare individuali) ha prodotto frutti sorprendenti. A cominciare dal 43.92 di Ginevra (2 giugno), ottavo tempo europeo del’anno, crono che riapre anche uno spiraglio su un discorso che sembrava letteralmente sopito: la qualificazione olimpica. L’ultima classifica della IAAF (18 giugno) dice che per volare a Londra serve una media di 43.74. Tradotto, è necessario che le azzurre volino sia in batteria che in finale; ma da Ginevra ad oggi, Amidei e Alloh (così come Ilenia Draisci) hanno siglato i personali sui 100, mentre Hooper ha letteralmente demolito quello sui 200. C’è margine per sperare. Completano il gruppo la già citata Draisci (Esercito), Martina Giovanetti (Forestale) e Jessica Paoletta (Esercito).

4x400m
Due anni fa, a Barcellona, il quarto posto portò in dote alle azzurre anche il record italiano (3:25.71). Oggi, con una Grenot non lontana da quei livelli, Maria Enrica Spacca e Chiara Bazzoni molto cresciute, la staffetta del miglio femminile insegue quel podio sfuggito per poco. Certo, la vena poco felice di Marta Milani (in ritardo di condizione) potrebbe zavorrare le aspirazioni delle ragazze, ma il gruppo sembra poter trovare al proprio interno le risorse per sostenere quei sogni. La qualificazione per Londra (Italia undicesima, nel pieno del gruppo delle ammesse) non è un problema. Ci vuole però un premio che coroni un triennio molto positivo. Potrebbe arrivare a Helsinki. Le selezionate, oltre alle tre individualiste, e alla Milani (Esercito), sono Giulia Arcioni (Forestale), ed Elena Maria Bonfanti (Atl. Lecco Colombo Costruzioni).

Marco Sicari

File allegati:
- Gli iscritti / Final Entries - Uomini / Men
- Gli iscritti / Final Entries - Donne / Women
- Le staffette qualificate per Londra 2012


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