20 Km: Ivanova record, Rigaudo settima



La 20 km di marcia ha avuto due volti: quello per la vittoria ha l’espressione soddisfatta della russa Olimpiada Ivanova, autrice di una prestazione eccezionale. La campionessa che già alle Olimpiadi di Atlanta ’96 si cinse d’oro ha dominato la gara chiudendo nell’incredibile tempo di 1h25:41, nuovo record mondiale della distanza, un riscontro quasi “maschile”. La prova non ha praticamente avuto storia, con la Ivanova che si è ben presto isolata e che ha chiuso con un vantaggio abissale, un minuto e 24 secondi sulla bielorussa Turava il cui argento premia la sua costanza di rendimento testimoniata dall’andamento del Grand Prix Iaaf e dalla vittoria a Sesto San Giovanni. Il bronzo è un altro premio, meritato, alla carriera di Susanna Feitor, atleta portoghese di colore che dopo aver dominato negli anni Novanta a livello juniores ha stentato a trovare adeguato spazio fra le grandi, fiore sorto in un Paese dalle scarse tradizioni nella marcia. Con il bronzo di oggi la Feitor corona la sua rincorsa. Il secondo volto della gara è quello un pochino deluso di Elisa Rigaudo, che per lunghi tratti ha sognato di salire sul podio, lottando con la Feitor e la spagnola Vasco ma andando in crisi nella parte finale. Era successa un po’ la stessa cosa lo scorso anno ad Atene, ma questa volta il timore di un cedimento era nell’aria: durante il suo allenamento in altura i suoi valori ematici stentavano a salire, il che significava il concreto rischio di un precoce affaticamento muscolare. La Rigaudo ha giocato coraggiosamente le sue carte fino al 17. km era ancora pienamente in corsa per il bronzo grazie anche alle squalifiche in serie imposte dalla giuria estremamente attenta, poi nel finale è arrivato il cedimento che l’ha relegata al 7. posto, in 1h29:52. Nella stessa gara 25. posto della Orsini in 1h35:05. Manuela Levorato non ha tradito le attese: nelle batterie dei 100 metri la veneta, tornata repentinamente alle gare non più tardi di un mese e mezzo fa dopo un lungo calvario, ha chiuso al terzo posto in 11.46, alle spalle della giamaicana Simpson e dell’americana Lee. Difficile dire quale potrà essere il suo cammino, ma la sua promozione ha un valore intrinseco molto alto, perché la ripropone in ambito internazionale dopo molto tempo. Le batterie d’altronde si sono rivelate non semplici, ed hanno dimostrato come la lotta per l’oro sia molto aperta: a non sottovalutare neanche la bielorussa Nesterenko, la campionessa olimpica che dopo Atene non si era mai fatta vedere in gara e che in batteria si è piazzata seconda dietro la francese Arron, ma correndo in un indicativo 11.21. Nel pomeriggio, fra le cinque finali in programma, spiccano il triplo femminile per la presenza della nostra Magdelin Martinez, e dei 100 metri, con l’americano Gatlin favorito. Ma grande curiosità circonda anche la conclusione dell’heptathlon, che si sta rivelando una lunga ed appassionante battaglia fra la campionessa uscente svedese Kluft e la francese Barber, con la scandinava che dopo lungo e giavellotto è passata in testa per appena 18 punti. Gabriele Gentili Nelle foto: Elisa Rigaudo all’arrivo e durante la gara iridata (foto Omega/Fidal) File allegati:
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